Caviglia instabile e distorsioni ricorrenti: quando serve l’intervento chirurgico
- Marco Pozzolini

- 5 ott
- Tempo di lettura: 2 min
La caviglia è una delle articolazioni più sollecitate del corpo umano e, allo stesso tempo, una delle più vulnerabili. Le distorsioni sono tra gli infortuni più frequenti, soprattutto negli sportivi, ma non risparmiano chiunque svolga attività quotidiane.

Quando questi episodi diventano ricorrenti e la caviglia rimane instabile, la qualità della vita può essere compromessa.
Il Dott. Marco Pozzolini, chirurgo ortopedico specializzato in ortopedia e traumatologia del piede, si occupa da anni del trattamento delle instabilità di caviglia, con approcci che vanno dalle terapie conservative fino agli interventi mininvasivi.
Caviglia instabile: cosa significa
Si parla di instabilità di caviglia quando, a seguito di una distorsione, i legamenti che la sostengono perdono la loro funzione di stabilizzazione. Questo comporta una sensazione di cedimento durante la camminata o l’attività fisica, con il rischio costante di nuove distorsioni.
L’instabilità può essere:
acuta, subito dopo un trauma distorsivo
cronica, quando le distorsioni si ripetono nel tempo e i legamenti non riescono più a garantire la stabilità articolare
Nel lungo periodo, una caviglia instabile può favorire lo sviluppo di lesioni cartilaginee e artrosi precoce.
Le cause delle distorsioni ricorrenti
Le distorsioni ricorrenti della caviglia possono avere diverse cause.
Tra le più frequenti troviamo:
guarigione incompleta di una lesione legamentosa dopo la prima distorsione
debolezza muscolare o squilibrio nell’appoggio del piede
malformazioni o deformità come il piede cavo o piatto
ritorno troppo rapido all’attività sportiva dopo un trauma
lassità legamentosa congenita
Individuare la causa è fondamentale per stabilire il trattamento più adatto.
Quando basta la terapia conservativa
Non tutte le instabilità di caviglia richiedono un intervento chirurgico. Nei casi lievi o moderati, il percorso conservativo può essere sufficiente.
Questo prevede:
fisioterapia mirata a rinforzare i muscoli e migliorare la propriocezione
utilizzo di tutori o cavigliere durante l’attività fisica
correzione di eventuali difetti di appoggio con plantari ortopedici personalizzati
modifiche alle abitudini sportive, per ridurre i rischi di nuove distorsioni
Quando il paziente risponde positivamente a queste misure, la chirurgia non è necessaria.
Quando serve l’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico diventa indicato quando la caviglia rimane instabile nonostante mesi di trattamento conservativo. In questi casi, l’obiettivo della chirurgia è riparare o ricostruire i legamenti lesionati per restituire stabilità all’articolazione.
Grazie alle moderne tecniche mininvasive e percutanee, l’intervento può essere eseguito con incisioni ridotte, minore dolore post-operatorio e tempi di recupero più rapidi.
I candidati ideali alla chirurgia sono pazienti che:
hanno distorsioni ripetute nonostante fisioterapia e tutori
presentano dolore e gonfiore cronici alla caviglia
non riescono a svolgere attività sportive o quotidiane senza cedimenti
hanno sviluppato lesioni associate, come danni cartilaginei o instabilità del piede
Tempi di recupero e risultati attesi
Dopo un intervento chirurgico per instabilità di caviglia, il percorso di recupero prevede una prima fase di immobilizzazione con tutore, seguita da fisioterapia per recuperare forza e mobilità.
La deambulazione protetta inizia generalmente dopo poche settimane, mentre il ritorno alle attività sportive avviene dopo 3-6 mesi, a seconda del tipo di intervento e della risposta del paziente.
I risultati clinici sono molto positivi: la maggior parte dei pazienti riferisce una netta riduzione delle distorsioni e un miglioramento significativo della stabilità, con conseguente ritorno a una vita attiva senza limitazioni.


